Carie: quando è necessario intervenire?
Durante le prime visite, in accordo con il paziente, si è deciso di monitorare queste piccole carie poiché spesso accade che queste si “fermino” non rendendo necessario l’intervento.
La decisione se curarle oppure no dipende infatti dalla stadiazione della carie, ossia dalla loro profondità.
Ci sono dei protocolli standard per la valutazione delle carie?
👇🏻 Vediamo insieme questi protocolli 👇🏻
“La classificazione internazionale della patologia cariosa ed il sistema di gestione di tale lesione (ICCMS™) è un sistema comprensivo di protocolli clinici che mira a riassumere tutte le decisioni da prendere in caso di manifestazione di questo tipo di lesione, in ambito diagnostico, preventivo e riabilitativo. Preservare la struttura dentale e ricostruirla quando indicato,è l’obiettivo che si prefigge l’ ICCMS™. Questa classificazione è basata su esperienza clinica, analisi, ricerca, feedback dei pazienti, ottenuti grazie al lavoro di dentisti diffusi in tutto il mondo.” Fonte: Dentista Moderno, Diagnosi e classificazione della lesione cariosa
Stadiazione delle lesioni cariose a livello coronale
- Codice 0: quando le superfici, asciutte e pulite non presentano carie, il suono che viene emesso dall’attrito dello specillo sulla superficie dentale, è nitido e chiaro. Lesioni non-cariose, brown e white spot devono essere differenziate dalle carie in fase precoce.
- Codice 1: la carie in fase iniziale è caratterizzata dal primo cambiamento visibile a livello dello smalto (visibile solo dopo prolungata asciugatura da parte dell’odontoiatra, o ridotta al solo solo tra le cuspidi).
- Codice 2: il cambiamento a livello dello smalto è evidente anche con dente bagnato ed è più esteso rispetto al solo solco.
- Codice 3: la carie di entità moderata è caratterizzata da demineralizzazione dello smalto maggiormente estesa senza esposizione di dentina.
- Codice 4: traspare un’ombra scura al di sotto dello smalto.
- Codice 5: carie estesa, con evidente processo di cavitazione ed esposizione della dentina. Se è coinvolta meno della metà della superficie dentale
- Codice 6: carie estesa, con evidente processo di cavitazione ed esposizione della dentina. Se è coinvolta più della metà della superficie dentale
Nel caso di lesioni interprossimali la classificazione invece è diversa:
- Codice 0: quando le superfici, asciutte e pulite non presentano carie, allora il suono che viene emesso dall’attrito dello specillo sulla superficie dentale, è nitido e chiaro.
- Codice 1: carie in fase iniziale, caratterizzata dal primo cambiamento dello smalto visibile dopo prolungata asciugatura
- Codice 2: carie in fase iniziale, caratterizzata dal primo cambiamento dello smalto visibile anche a smalto bagnato. Le lesioni appaiono non cavitate, appaiono come bande di demineralizzazione.
- Codice 3: carie di entità moderata sono caratterizzate da fratture dello smalto, senza segni di esposizione dentinale.
- Codice 4: traspare un’ombra scura al di sotto dello smalto. Queste lesioni sono direttamente visibili dalla superficie vestibolare o linguale e a volte traspaiono al di sotto di uno smalto ancora intatto.
- Codice 5: carie estesa, con evidente processo di cavitazione ed esposizione della dentina. Se è coinvolta meno della metà della superficie dentale
- Codice 6: carie estesa, con evidente processo di cavitazione ed esposizione della dentina. Se è coinvolta più della metà della superficie dentale
Classificazione delle carie di Black
L’alternativa alla classificazione proposta qui sopra è la classificazione ideata da G.V. Black(1836-1915) più di cent’anni fa.
In questo tipo di classificazione, a ciascuna classe si abbina una forma, un disegno di cavità, più che rifarsi all’estensione e alla profondità della lesione.
- Classe I: la cavità si sviluppa all’interno dei solchi o delle fessure del tavolato occlusale di molari e premolari, oppure le superfici linguali e vestibolari dei molari o superficie linguale degli incisivi inferiori
- Classe II: la cavità coinvolge le superfici prossimali di premolari e molari
- Classe III: La cavità coinvolge le superfici prossimali di canini e incisivi, senza coinvolgere l’angolo incisale.
- Classe IV: la cavità si sviluppa su incisivi e canini e coinvolge l’angolo incisale.
- Classe V: la cavità coinvolge il terzo cervicale della superficie linguale o vestibolare di qualsiasi elemento
- Classe VI: la cavità coinvolge la superficie incisale degli elementi anteriori o le sole cuspidi degli elementi posteriori.
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Informazione sanitaria ai sensi della legge n. 248 (04/08/2006) e legge n. 145 (del 30/12/2018) – direttore sanitario dott. Marco Conforti, odontoiatra iscr. Albo odontoiatri n 938 di Monza Brianza – Centri odontoiatrici Oral Team