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Purtroppo non esiste una vera e propria cura. La Parodontite viene infatti definita una malattia cronico-degenerativa (un po’ come il diabete), cioè una malattia caratterizzata da un decorso molto lungo e che se non trattata tende a peggiorare nel tempo. Fortunatamente esistono delle terapie in grado di rallentarne o addirittura arrestarne la progressione. 

È la terapia meno invasiva e consiste in una fase attiva, che ha come obiettivo quello di eliminare i fattori che causano l’infezione e quello di controllare tutti i fattori di rischio che ne causano la progressione; la fase attiva è poi seguita da una terapia di supporto (TPS) che ha invece l’obiettivo di mantenere nel tempo la stabilità e la salute dei tessuti. La terapia non chirurgica è seguita dopo circa 3 mesi da una rivalutazione con il parodontologo che valuterà, in base alla risposta dei tessuti, la necessità di passare ad una terapia chirurgica

Consiste nella pulizia e riduzione delle tasche parodontali facendo un incisione delle gengive nelle zone in cui la terapia non chirurgica non ha dato gli effetti desiderati. Deve però sempre essere preceduta dalla terapia non chirurgia perché la chirurgia va eseguita su tessuti senza infezioni o infiammazioni. non è detto comunque che la terapia chirurgica sia sempre necessaria in quanto spesso con la non chirurgica riusciamo ad ottenere i risultati desiderati. 

Un impianto dentale è una piccola vite di titanio che viene inserita nell’osso della mandibola o della mascella per sostituire un dente mancante. La vite funge da radice artificiale alla quale si ancora una protesi dentale, una corona o un ponte. L’impianto dentale viene utilizzato per migliorare l’estetica del sorriso e per ripristinare
la funzionalità masticatoria. Gli impianti dentali sono la cosa che più si avvicina ad un dente naturale e possono durare per molti anni con una corretta igiene
orale e controlli dentali regolari.

Classicamente i tempi di integrazione degli impianti sono 2/3 mesi nell’arcata inf e 3/4 mesi in quella sup.

Se però il torque di inserimento dell’impianto( cioè la forza con cui l’impianto si “aggrappa nell’osso”) supera una certa soglia, allora è possibile fare il carico protesico anche il giorno stesso dell’intervento con una corona provvisoria.

Se gli impianti da caricare sono + di uno legati tra loro, la possibilità di avere una stabilità che ci consenta di fare un cosiddetto “carico immediato” aumentano notevolmente.

Nel caso in cui però sia necessario associare all’inserimento implantare una ricostruzione del volume osseo, allora i tempi si allungano. 

Perché l’osso ricostruito possa “sostenere” il carico protesico è necessario aspettare un periodo variabile dai 4 ai 9 mesi a seconda di quanto sia stato necessario rigenerare!

La differenza principale tra un manufatto provvisorio ed uno definitivo è il materiale con cui vengono realizzati.

Un provvisorio è realizzato con un materiale che sia facilmente modificabile ma che nel tempo va incontro ad usura. 

Per questo motivo dopo un po di tempo ( variabile da caso a caso) è necessario passare ad un manufatto definitivo che, oltre ad avere spesso anche un estetica migliore, ha proprio la caratteristica di avere un resistenza all’usura uguale o superiore a quella dei nostri elementi dentali.

I provvisori vengono realizzati nella maggior parte dei casi con materiali resinosi, mentre i definitivi con materiali come ceramica, ceramica ibrida o zirconio.

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Le tempistiche di guarigione e di inserimento impiantare variano tantissimo a seconda del caso in questione.

Se è necessario estrarre un elemento dentale e l’osso residuo intorno al dente è sufficiente per l’alloggiamento di una vite impiantare è possibile eseguire l’intervento in contemporanea all’estrazione. 

Inoltre se la tenuta della vite nell’osso è buona sin da subito (chiamata stabilità primaria), è a volte possibile attaccare un provvisorio all’impianto sempre nella stessa seduta.

Quando gli impianti sono + di uno legati tra loro allora le probabilità di poter eseguire il cosiddetto “carico immediato” aumentano ulteriormente.

Nei casi invece in cui il buco risultante dall’estrazione sia troppo grande, oppure se l’osso residuo non dovesse essere sufficiente per l’inserimento impiantare, allora i tempi si allungano notevolmente. Si va dai 2 ai 6 mesi a seconda che sia necessario o meno ricostruire il volume osseo mancante.

I giorni successivi l’intervento può esserci:

  • gonfiore
  • no dolore se si seguono le indicazioni farmacologiche lasciate dal medico
  • A volte puo esserci del leggero sanguinamento dal naso o dalla ferita facilmente controllabile

Durante l’estrazione non si sente dolore grazie alle tecniche di anestesia a disposizione.

L’estrazione dei denti del giudizio è una delle terapie con + variabili perché a seconda della posizione del dente può essere un intervento davvero banale o piuttosto complesso.

Nei casi + complicati avremo nei giorni successivi alla chirurgia gonfiore e indolenzimento della zona operata ma gestibili tranquillamente con un adeguata terapia farmacologica.

Nella maggior parte dei casi No.

Lo so, non è proprio la risposta che ti aspettavi, ma lascia che ti spieghi il perché.

Da noi di Oral Team il paziente avrà sempre una figura di riferimento che è colui che esegue la prima visita, ma durante il ciclo di cure verrà indirizzato di volta in volta dal medico più esperto ad eseguire la determinata terapia di cui il paziente ha bisogno.

Assolutamente Si. Anzi.

Nel caso si renda necessario l’inserimento impiantare da entrambi i lati della bocca ( o in zone diverse) a parte rare controindicazioni legate allo stato di salute del paziente, è una soluzione consigliata in quanto permette al paziente di accorciare i tempi di guarigione e di sottoporsi una sola volta alla terapia farmacologica.

Per eseguire un rialzo del seno mascellare o una ricostruzione ossea orizzontale vengono utilizzati materiali riassorbibili, materiali che quindi restano nella zona dell’intervento solo per il tempo necessario alla riformazione di nuovo osso.

I componenti principali utilizzati sono:

  • particelle ossee del paziente prelevate intorno alla zona interessata, 
  • delle membrane o spugne in collagene 
  • dei cristalli di osso bovino deproteinizzato che hanno la funzione di mantenere lo spazio necessario finche non verranno sostituite da cellule ossee del paziente

Nei rari casi in cui invece serva eseguire una ricostruzione ossea verticale, questi stessi materiali devono essere contenuti all’interno di una membrana in politetrafluoroetilene compresso che deve poi essere rimossa a distanza di 6/9 mesi dal primo intervento.

L’effetto dell’anestesia può variare anche di molto 

A seconda della zona, del paziente e dell ampiezza dell’area da trattare ma mediamente il paziente ne avverte l’effetto per un periodo che va dai 30 minuti a qualche ora post intervento.

No. Le mascherine invisa Vanno tolte quando si mangia.

Si puo bere un caffè ogni tanto ma non tanti caffè al giorno altrimenti le mascherine si macchiano.

In base all’importo del preventivo e alla durata delle cure, proponiamo 3 modalità di pagamento. La prima è il pagamento anticipato: pagando l’intero importo del preventivo al primo appuntamento che fisseremo verrà inserito un 5% di sconto sul totale preventivato. La seconda è un pagamento con finanziamento: tramite una società di credito possiamo dividere l’importo da un minimo di 6 rate a un massimo di 18 rate mensili. Gli interessi li pagheremo noi, al paziente viene chiesto soltanto 16€ per l’attivazione della pratica, 2,56€ per le tasse del secondo anno (nel caso si decidesse di superare le 12 rate) e 1,50€ di commissioni che verranno addebitati ad ogni prelievo. La terza opzione è il pagamento all’eseguito: ogni volta che una terapia viene eeguita, si pagherà l’importo della stessa. Per lavori di protesi, chiederemo l’importo alla presa delle impronte.